Morti sul lavoro, patenti speciali e sistemi di prevenzione: cosa prevede la Legge in Italia?

Carolina Cassese Carolina Cassese27 Febbraio 20244 min

Più di quattro morti al giorno, tante le vite perse nelle fabbriche, nei cantieri o lungo le strade. E tra gli incidenti mortali, diminuiscono quelli in itinere, ovvero quelli avvenuti nel tragitto casa-lavoro, mentre aumentano quelli avvenuti in occasione di lavoro. E’ la fotografia che arriva dal mondo del lavoro in Italia. La strage di Firenze ha riportato alla ribalta quella che è una delle piaghe sociali più gravi nel nostro Paese: le morti sul lavoro.

Dal primo gennaio 2008 al 31 dicembre 2023, solo in Italia si contano 21.050 morti sul lavoro. L’Inail evidenzia che in tutto il 2023 sono state 1041 denunce di incidenti mortali sul posto di lavoro arrivate all’Inail e molte denunce provengono dal Sud Italia. Sul tema degli infortuni sul lavoro le Acli stanno conducendo da anni numerose attività di sensibilizzazione. La formazione dovrebbe iniziare già tra i banchi di scuola, effettuando importanti investimenti nella formazione alla prevenzione. Sarebbe necessario far capire agli studenti che esiste in ogni categoria di lavoro un rischio di infortunio, di malattia professionale, di morte.

La maggior parte dei casi gli infortuni si sviluppano per due ragioni: strutture inadeguate; sottovalutazione del pericolo. Vige nel nostro ordinamento l’obbligo di sicurezza a carico del datore di lavoro ed è sancito dalla Carta di Nizza, oltre che dall’art. 32 della nostra Costituzione e dall’art. 2087 c.c. e dal d. lgs. 81/2008. Il datore di lavoro risulta sempre e comunque responsabile in caso di infortunio sul lavoro, quando manca l’attuazione di misure specifiche previste dalla legge o esigibili in termini di prudenza, perizia e diligenza del buon padre di famiglia, idonee a impedirne l’evento lesivo. Per infortunio sul lavoro si intende qualsiasi tipo di lesione procurata in ambito lavorativo da un fattore violento o imprevedibile, dal quale può derivarne un’inabilità permanente totale o parziale oppure temporanea assoluta che comporti l’astensione dal lavoro per più di tre giorni.

Il rischio può distinguersi in quattro tipi:

  • Il rischio tipico che deriva dalle mansioni svolte dal lavoratore
  • Il rischio ambientale che deriva non dal tipo di lavoro svolto, il quale può anche non essere pericoloso, ma dalla connessione ambientale con un lavoro protetto
  • Il rischio improprio che deriva da un’attività preparatoria o strumentale al tipo di lavoro svolto
  • Il rischio generico aggravato che non dipende dalle condizioni specifiche del lavoro, ma in determinate circostanze che possono comportare un aggravamento del rischio

Dell’infortunio del dipendente risponde il datore di lavoro, insieme all’INAIL a cui va immediatamente comunicato il sinistro se prevede lesioni che causano inabilità per più di tre giorni, nelle seguenti circostanze:

  • quando l’infortunio sia dipeso dalla mancata adozione, da parte del datore di lavoro, delle misure di sicurezza che tutelano l’integrità psico-fisica dei dipendenti
  • quando il datore di lavoro è stato condannato penalmente per il fatto dal quale l’infortunio è derivato
  • quando la sentenza penale stabilisce che l’infortunio è avvenuto per fatto imputabile agli incaricati della direzione o sorveglianza da parte del datore di lavoro

Un’altra importante caratteristica di questo tipo di responsabilità riguarda il fatto che se il rischio è generale, ne risponde sempre il datore di lavoro in prima persona e non le figure intermedie, ma il datore apicale. Inoltre, il datore di lavoro può incorrere in responsabilità civile, penale ed amministrativa. L’articolo 40 del codice penale ne prevede la responsabilità quando l ‘evento dannoso o pericoloso sia scaturito da una sua azione od omissione. I familiari delle vittime sul lavoro hanno diritto a ricevere un beneficio economico una tantum calcolato in base al numero dei familiari superstiti che ne hanno diritto, a un assegno funerario per contribuire alle spese sostenute in occasione della morte dei lavoratori deceduti a seguito di infortunio sul lavoro. Nel caso in cui la responsabilità sia del datore di lavoro, i familiari avranno diritto anche al risarcimento di tutti i danni biologici, morali e patrimoniali subiti per la morte del congiunto.

Ultima novità, inoltre, è la cosiddetta “patente” per le aziende che è stata varata dal Governo e partirà da ottobre. Per tenere aperto il cantiere l’azienda dovrà infatti avere almeno 15 punti in pagella e se ne perderanno 20 se un operaio muore, con il rischio di vedersi sospendere l’attività per un anno. Penalità più basse in caso di incidenti gravi ma i punti si potranno recuperare con corsi di formazione e, inoltre, chi è ligio alle regole ne avrà uno in più all’anno fino a un massimo di dieci.

Carolina Cassese

Carolina Cassese

Laureata in giurisprudenza presso l ‘Università degli studi di Napoli Parthenope, dopo aver svolto pratica forense nella materia di diritto civile, decide di intraprendere la carriera dell’insegnamento di diritto ed economia politica presso l’istituto paritario Kolbe di Nola. Ha conseguito diversi master e specializzazioni per l‘ insegnamento ed attualmente collabora con l‘associazione Saviogroup, di cui è vicepresidente, realizzando articoli e servizi fotografici attinenti la festa dei gigli di Nola e non solo. Membro membro del Cda della Pro loco di Nola città d ‘arte con delega alla festa dei gigli. Fa parte del direttivo dell’associazione delle reti delle macchine a spalla. Membro del coro diocesano del Duomo di Nola. Ama il nuoto la pallavolo, la ginnastica artistica e la danza classica, che ha praticato in tenerà età. Da piccola ha studiato pianoforte ed è appassionata di musica classica, napoletana e dei gigli degli anni ‘70 e ‘80. In passato ha inciso alcune canzoni dei gigli, sposando il suo amore per il canto con la festa dei gigli di Nola. Ama trascorrere i weekend al cinema o prendendo parte ad escursioni nei posti più belli della Campania.

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