Bestemmiare in pubblico è reato in Italia? Ecco cosa dice la Legge

Carolina Cassese Carolina Cassese23 Gennaio 20242 min

Bestemmiare in pubblico è reato? Sebbene  l’Italia sia uno Stato laico, il codice penale prevede delle sanzioni per i delitti commessi contro il sentimento religioso, inteso come rapporto che  intercorre tra una persona e la propria fede, qualunque essa sia. Questi reati puniscono le condotte che possono essere offensive nei riguardi di una confessione, anche diversa da quella cattolica, e dei sui fedeli. In linea di massima, bestemmiare non è reato. La bestemmia potrebbe però costituire un illecito disciplinare se pronunciata in ambiente di lavoro.

Secondo la legge va punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 51 a 309 euro chi bestemmia in un luogo pubblico o aperto al pubblico, se al fatto assistono almeno due persone. L’illecito amministrativo prescinde dalle intenzioni di chi ha bestemmiato: la sanzione è prevista anche per l’incivile che, non sapendo di offendere il sentimento religioso degli altri, bestemmia “per abitudine”, senza l’intenzione di prendersela realmente con la divinità che ha insultato. Commette reato chi, pubblicamente, a gran voce bestemmia e insulta il parroco oppure i fedeli che si recano in chiesa o che sfilano in processione, e ciò per il fatto di essere credenti.

È reato bestemmiare durante una processione, una messa o qualsiasi altra funzione religiosa. Commette reato chi si reca in chiesa per imprecare contro reliquie e altri oggetti di culto, anche se in corso non c’è una funzione religiosa. La bestemmia è penalmente rilevante quando è diretta a offendere il sentimento religioso che le persone hanno nei confronti di una certa fede. La pena prevista è una multa fino a 5mila euro e perfino la reclusione fino a due anni, se il bestemmiatore impedisce il regolare svolgimento di una funzione religiosa.

Quindi, in conclusione, possiamo affermare che bestemmiare in pubblico è reato solo se si trasforma in un’offesa alla religione mediante vilipendio di persone o di cose, ovvero turbamento di una funzione religiosa in atto. Al contrario, bestemmiare in un luogo pubblico o aperto al pubblico è un illecito amministrativo se ci sono almeno due persone che hanno percepito l’imprecazione. In tutti gli altri casi, bestemmiare non costituisce alcun tipo di illecito, né penale né amministrativo.

Carolina Cassese

Carolina Cassese

Laureata in giurisprudenza presso l ‘Università degli studi di Napoli Parthenope, dopo aver svolto pratica forense nella materia di diritto civile, decide di intraprendere la carriera dell’insegnamento di diritto ed economia politica presso l’istituto paritario Kolbe di Nola. Ha conseguito diversi master e specializzazioni per l‘ insegnamento ed attualmente collabora con l‘associazione Saviogroup, di cui è vicepresidente, realizzando articoli e servizi fotografici attinenti la festa dei gigli di Nola e non solo. Membro membro del Cda della Pro loco di Nola città d ‘arte con delega alla festa dei gigli. Fa parte del direttivo dell’associazione delle reti delle macchine a spalla. Membro del coro diocesano del Duomo di Nola. Ama il nuoto la pallavolo, la ginnastica artistica e la danza classica, che ha praticato in tenerà età. Da piccola ha studiato pianoforte ed è appassionata di musica classica, napoletana e dei gigli degli anni ‘70 e ‘80. In passato ha inciso alcune canzoni dei gigli, sposando il suo amore per il canto con la festa dei gigli di Nola. Ama trascorrere i weekend al cinema o prendendo parte ad escursioni nei posti più belli della Campania.

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