“Mi scusi, c’è Angela?”: in Italia la nuova frase in codice per le donne che sono in pericolo

di Luisa Sbarra

“Mi scusi, c’è Angela?”. Una frase in codice, insospettabile, per chiedere aiuto a Firenze e si spera presto anche in altre città italiane. Dopo il gesto internazionale del pollice piegato, con le altre quattro dita alzate, che si chiudono a pugno, è questo il nuovo metodo utilizzato dalle donne vittime di violenza per chiedere aiuto a commercianti ed esercenti.

L’idea è nata nel 2016, nel Regno Unito, con la frase “Ask for Angela”, ma è stata poi replicata negli Stati Uniti con la richiesta di “Angel shot” per chiedere aiuto ai baristi e anche in Italia con alcune leggere modifiche. È già diventata virale grazie al social TikTok, dove i video legati a questo trend sono davvero tanti.

L’iniziativa è stata “importata” in Italia da Sara Berni, di ritorno da un viaggio a Londra, proprietaria del Fitzpartick Irish pub, che ha dichiarato: “In Inghilterra è molto diffuso come progetto e i colleghi ci hanno detto che è molto utile. Per questo abbiamo deciso di portarlo anche a Firenze in collaborazione con l’associazione appena costituita ‘No Vio’ che si occupa di persone vittime di vari reati”. All’esterno e all’interno dei 45 locali fiorentini che hanno già aderito, sono stati esposti i manifesti e le indicazioni con le informazioni utili per tutte le clienti. I commercianti e il personale di ogni attività aderente sono stati formati dalla Polizia di Stato, per recepire i segnali della persone in difficoltà ed offrire attività di supporto, come: chiamare un taxi, un amico o un parente o, in caso di pericolo, le forze dell’ordine.

Inoltre, l’iniziativa è stata sostenuta anche da Confesercenti Firenze, con l’obiettivo di contrastare la violenza di genere e le situazioni di pericolo. “Ognuno di noi può fare qualcosa e noi vogliamo dare il nostro contributo con questa campagna di sensibilizzazione. L’obiettivo è quello di estendere questa campagna di prevenzione a tutte le attività commerciali della città” ha sottolineato il presidente Santino Cannamela. Si spera, ora, che si crei una potente rete di aiuti e che tutto ciò venga emulato presto anche in altre città italiane.

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