La Russia ha inserito i gruppi LGBT tra le organizzazioni terroristiche ed estremiste

Luisa Sbarra Luisa Sbarra26 Marzo 20242 min

Il 21 marzo scorso la Russia ha inserito, dopo una sentenza della Corte Suprema Russa, il movimento internazionale LGBTQ+ nell’elenco delle organizzazioni e dei movimenti terroristici ed estremisti. L’elenco è gestito da un’agenzia chiamata “Rosfinmonitoring“, che si occupa della lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo e che ha il potere di congelare i conti bancari delle persone e delle entità designate come estremiste e/o terroristiche.

La definizione di cosa si intenda per movimento o organizzazione LGBTQ+ è stata volutamente lasciata vaga, in modo da poter essere adattabile a più situazioni. Questa mossa fa parte di tutta una serie di provvedimenti, spinti e voluti dal Presidente Vladimir Putin, a favore di valori tradizionali e familiari, contro gli atteggiamenti occidentali, definiti come decadenti. Putin ha in programma, a breve, anche forti restrizioni sull’aborto e una propaganda che invita le donne a mettere da parte la carriera e l’istruzione e le spinge a dedicarsi alla famiglia e ad essere madri di molti bambini in giovane età.

La sentenza della Corte arriva, comunque, dopo già ben due precedenti leggi russe repressive nei confronti delle persone omosessuali: quella di divieto di propaganda LGBTQ+, che impedisce la diffusione di qualsiasi informazione o contenuto sulle identità LGBTQ+, e il divieto di transizione di genere (sia inteso come cambiamento del sesso di una persona nei documenti ufficiali, sia inteso come il ricorso a chirurgia o all’assunzione di ormoni).

Ci sono già stati i primi due arresti per estremismo LGBTQ+. Infatti, due dipendenti del club gay di Orenburg “Pose” sono stati accusati di questo ed arrestati.

La Russia è sempre stata repressiva nei confronti della comunità arcobaleno, intensificando sempre di più le misure contro di essa, fino a farla scomparire dalla circolazione del tutto. Un’azione che non ha risparmiato neanche il mondo dello Sporti colpendo anche i Mondiali di calcio del 2018 tenutisi proprio in Russia, nonostante l’appello lanciato da Amnesty International e le più di 16 mila firme raccolte, persistette la legge contro la propaganda LGBTQ+, che costringeva i cittadini e gli stranieri omosessuali a non poter tenersi la mano o dare un bacio in pubblico. Una semplice dimostrazione d’affetto, un piccolo gesto d’amore, potevano costare una multa salatissima o persino la deportazione. Da allora le cose sono andate sempre peggio e con questa campagna in nome dei valori tradizionali, qualsiasi cosa che non ne fa parte, sarà estirpata fino a negarle la possibilità di esistere.

Luisa Sbarra

Luisa Sbarra

Studentessa di Giurisprudenza alla Federico II di Napoli con la passione per la scrittura da sempre.

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