In Italia i gruppi WhatsApp per prevenire la violenza sulle donne: “Scrivi quando arrivi”

Luisa Sbarra Luisa Sbarra23 Aprile 20242 min

Scrivi quando arrivi”, una semplice frase, una richiesta che ci viene fatta tante volte dalle persone che ci vogliono bene a qualsiasi età, è così che è stato chiamato un gruppo WhatsApp che ha come obbiettivo quello di contrastare la violenza di genere in strada e di far sentire più al sicuro ragazze e giovani donne. L’idea è nata dalla mente di una studentessa veneta, con cittadinanza sia italiana sia marocchina, iscritta al quarto anno di Giurisprudenza a Bologna, Samia Outia. La giovane 22enne preoccupata dai continui casi di femminicidio in Italia e di violenza sessuale nella sua città, ha notato che lei, quasi tutte le sue amiche e le sue colleghe si sentivano costantemente in pericolo e vulnerabili, soprattutto nel rientrare a casa da sole.

Così ha deciso di stampare ed appendere per la città centinaia di volantini con scritto in alto al centro: “Ti senti sicura a tornare a casa? Neanche io!”. Nello stesso manifesto venivano esortate le ragazze a mettersi in contatto sui social tramite un tag e ad auto-organizzarsi per darsi una mano.

Nel giro di nemmeno 24 ore il gruppo WhatsApp ha raggiunto più di 350 iscritte. Nella chat non sono ammessi uomini, si scrive soltanto per essere accompagnate telefonicamente durante gli spostamenti diurni e notturni. A prendere in carico la richiesta è la prima che risponde su WhatsApp ed è vietato scrivere nel gruppo per motivi diversi.

Tra le partecipanti c’è anche un membro delle forze dell’ordine. Le organizzatrici precisano che: “La chat non si sostituisce in alcun modo ai canali ufficiali, ma è un aiuto in più che viene dal basso; non abbiamo gli strumenti che hanno le forze dell’ordine, quello che possiamo fare è tenerci per mano come farebbero tanti angeli custodi“.

L’iniziativa è stata replicata anche a Torino, Firenze, Roma, Bergamo e Palermo. Il gruppo, nato senza nessuna impronta politica, fa riflettere però sul fallimento dello Stato, che non è stato invece capace di assicurare sicurezza a tutte queste donne su tutto il territorio italiano.

Infatti, secondo l’Osservatorio Indifesa, il 61% delle giovani donne ha subito episodi di catcalling e, secondo l’indagine del progetto Hollaback! della Cornell University, l’88% delle donne ha cambiato strada perché non si sentiva sicura dove stava camminando e 1 donna su 2 ha paura di uscire da sola.

Luisa Sbarra

Luisa Sbarra

Studentessa di Giurisprudenza alla Federico II di Napoli con la passione per la scrittura da sempre.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

a2it.it

081News.it è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Nola al n.2/14.
Eventuali segnalazioni possono essere inviate a redazione@081news.it o sui social ai contatti con nome Zerottouno News.
La testata è edita e diretta da Aniello “Nello” Cassese, sede legale in Liveri (NA) – via Nazionale n.71, sede operativa in Nola (NA) – via Giordano Bruno n.40.