“8 MILE”: il film con Eminem è un emozionante e rabbioso omaggio alla musica

Vittorio Paolino Pasciari Vittorio Paolino Pasciari18 Ottobre 20209 min

“Se tu avessi una sola chance, una sola opportunità, la coglieresti o te la lasceresti scappare?” (Eminem)

8 Mile è un film di genere drammatico-biopic-musicale del 2002 diretto da Curtis Hanson che ha per interpreti principali la star del rap Eminem (Jimmy “B-Rabbit” Smith Jr) affiancato da Kim Basinger (Stephanie Smith), Brittany Murphy (Alexandra “Alex” Latourno), Mekhi Phifer (David “Future” Porter), Proof (Lil Tic) Chloe Greenfield (Lily Smith), Evan Jones (Cheddar Bob), Omar Benson Miller (Sol George), Eugene Byrd (Wink), Anthony Mackie (Papa Doc) e Michael Shannon (Greg Buehl).

Ispirata alla vera storia del rapper statunitense e alle difficoltà che ha dovuto affrontare prima di raggiungere la celebrità, la pellicola racconta delle vite di un gruppo di giovani che combattono per trovare la loro strada e che vedono nell’hip-hop l’unica via di uscita da un’esistenza al limite. Con un incasso globale di oltre 120 milioni di dollari il film è risultato un successo al botteghino acclamato anche dalla critica: la rivista Billboard lo pone al secondo posto nella sua classifica “migliori film sulla cultura hip hop”; il sito Rotten Tomatoes riporta il 76% di giudizio positivo su 206 recensioni per un voto di 7/10, mentre il sito Metacritic gli assegna un punteggio 77/100 basato sul parere di 38 critici.

Fra i riconoscimenti sono da segnalare l’Oscar 2003 “miglior canzone” (Lose Yourself) a Eminem, Jeff Bass e Luis Resto, 2 premi MTV Movie Awards “miglior performance” a Eminem e il premio Grammy Award “miglior rap cantato” ancora a Eminem, Jeff Bass e Luis Resto.

TRAMA Detroit, USA 1995. Sulla 8 Mile Road, malfamata strada della città che divide il quartiere bianco da quello nero, il giovane Jimmy Smith Jr, detto “B-Rabbit”, è uno dei pochi ragazzi bianchi che vivono nel quartiere nero e cerca di sfondare nel mondo dell’hip hop. Ma la strada verso il successo è ostacolata da una vita familiare ai limiti della sopportazione: la madre di Jimmy è alcolizzata e frequenta il nullafacente Greg, la sua sorellina Lily è l’unica per cui egli nutre sincero affetto e presto la famiglia riceve un intimo di sfratto per debiti non pagati. Mentre si guadagna da vivere lavorando in una fabbrica di paraurti per auto, Jimmy viene iscritto dall’amico di colore David Porter, detto “Future”, ad una sfida musicale freestyle che però non riesce ad affrontare per la sua timidezza e per il suo imbarazzo di essere l’unico bianco a fronteggiare esclusivamente neri fra cui spicca il gruppo Free World capeggiato da Papa Doc. L’amore trovato e perso per Alexandra, un profondo e rabbioso desiderio di riscatto ed un inaspettato colpo di fortuna in famiglia daranno a Jimmy la spinta che mancava per prendersi la tanto sperata rivincita in una nuova ed emozionante gara musicale allo Shelter, locale dove si svolgevano le battaglie fra aspiranti rapper.

ANALISI Il malfamato sobborgo di una città in degrado fa da sfondo alla storia di un gruppo di giovani che covano dentro tanta rabbia quanto è il desiderio di riscatto attraverso la musica che nasce per le strade di Detroit. L’azione scorre veloce e la descrizione di un quadro personale ai limiti del supplizio è resa con schietta crudeltà. Un giovane genio del rap combatte ogni giorno contro la discriminazione del popolo nero da cui è scaturita la musica che egli coltiva e l’unico valido sostegno sono pochi amici che credono in lui. Le difficoltà per emergere e guadagnarsi il rispetto del pubblico delle strade si fa sentire all’inizio (la prima battaglia finita in una umiliante sconfitta) e mentre le inquadrature si concentrano sulle persone le disillusioni faticano a ritrovare fiducia. Il trauma definitivo di un amore trovato e poi tradito segnano il preludio ad un’inaspettata occasione di rivincita. L’ultima battaglia segna una vittoria che ridà riscatto e speranza per una nuova vita grazie al potere della musica che, da qualunque contesto provenga, davvero può aiutare a crescere.

CURIOSITÀ Il personaggio di Lil Tic è interpretato dal rapper Proof, all’anagrafe De Shaun Dupree Holton, grande amico di Eminem e morto assassinato nel 2006, a 33 anni.


Da sinistra, Proof ed Eminem

L’attrice Brittany Murphy che nel film interpreta Alex Latourno, viene a mancare nel 2009 per un arresto cardiaco a 32 anni.

La canzone Lose Yourself è stata la prima canzone rap ad aver vinto un Premio Oscar “miglior canzone”. Il rap a cappella finale con cui Jimmy batte Papa Doc fu improvvisato sul momento da Eminem e ciò rese ancora più credibile la scena.

RABBIA E MUSICA Con il termine rapping, o se preferite rap, si suole indicare una forma di oratoria musicale che, derivata dall’ R&B, combina rima, discorso ritmico e linguaggio da strada ed è eseguita o cantata in diversi modi, spesso sopra un beat o un accompagnamento musicale.

Il rapper, produttore discografico e attore statunitense Marshall Bruce Mathers III, in arte Eminem, (St. Joseph, 17 ottobre 1972) è considerato uno dei migliori artisti hip hop di sempre (se non il migliore in assoluto). Originario del Missouri ma cresciuto a Detroit, è stato scoperto nel 1997 dal rapper e produttore discografico Dr. Dre ed ha ottenuto il primo grande successo due anni più tardi con il singolo My Name Is. Con il terzo album, uscito nel 2000, The Marshall Mathers LP (premio “miglior album rap” ai Grammy Awards 2014), e con oltre 1 milione e 800 copie vendute solo nella prima settimana in USA, Eminem ha stabilito il record di album hip hop dalle vendite più veloci di sempre, mentre il successivo The Eminem Show, circa 7 milioni e 900 di copie nei soli USA, risulta il più venduto e premiato di tutto il 2002. Quando durante gli MTV Europe Music Awards 2013 Eminem riceve il premio Gobal Icon, risulta il quarto artista nel mondo ad aver ottenuto tale riconoscimento dopo i Queen, Bon Jovi e Whitney Houston.

Eminem è inoltre il primo artista di sempre ad avere due dischi di diamante digitali, Love the Way You Lie e Not Afraid, premiati rispettivamente con 12 e 10 platini in USA, mentre è nel 2018 che il brano Lose Yourself viene certificato disco di diamante: assieme a Tupac Shakur risulta l’unico rapper con più album (Marshall Mathers LP e The Eminem Show) ad ottenere questo riconoscimento.


Tupac “2pac” Shakur
(1971-1996), considerato uno dei migliori e più influenti rapper di sempre

Séamus Heaney, premio Nobel alla letteratura, ha lodato Eminem per la retorica e per l’interesse suscitato dai testi delle sue canzoni. Elton John lo ha paragonato, per i successi conseguiti, ad altri musicisti del calibro di Mick Jagger e Jimi Hendrix. Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha posizionato Eminem al n. 83 nella sua lista “100 migliori artisti di tutti i tempi”.

RISCATTO DAI BASSIFONDI Temi principali affrontati nelle canzoni di Eminem sono argomenti tipici della cultura hip hop, come la rabbia verso la società e la politica (Mosh – We As Americans – White America). Ma altrove è possibile  ritrovare argomenti più introspettivi, come il pessimo rapporto con la madre (Cleanin’ Out My Closet). Debbie Briggs (una sempre bravissima e bellissima Kim Basinger nel film) ebbe problemi con la droga e numerose relazioni con uomini violenti con lei e con il figlio (dettaglio citato e rivisto con schiettezza). A 12 anni Marshall si trasferisce a Detroit dove visse un’adolescenza turbolenta. I litigi continui con la madre si unirono a diversi problemi a scuola: molto timido era etichettato “lo sfigato della classe”, sovente oggetto di derisione e maltrattamento da parte degli altri compagni. A 17 anni Marshall lascia il liceo e conosce il rapper (e futuro suo migliore amico) Proof, con cui inizia i primi passi nella musica. Nel frattempo si fidanza con Kimberly Anne Scott, sua futura moglie da cui ha avuto l’amatissima figlia Hailie Mathers, nata il 25 dicembre 1995.


La storia di Rabbit, grazie alla magistrale interpretazione di Eminem, ripropone in forma romanzata, e se possibile rende più emozionante, l’inizio di una carriera scolpita per sempre nel cuore di chi ama il ritmo che nasce per strada. Quando hai la sfortuna di crescere in un mondo in degrado totale e l’ultimo rifugio che può darti sicurezza, la famiglia, è esso stesso un buco con pochissimi spiragli di luce, è inevitabile accumulare paura a rabbia represse. C’è chi, purtroppo nella maggior parte dei casi, questo dolore può sfogarlo in atti vandalici che hanno come potenziale esito una vita ai limiti della legalità che può essere stroncata all’improvviso e senza aver neppure superato di poco l’età della scuola (Detroit ancora oggi è tristemente nota per il tasso di criminalità e povertà fra i più alti degli USA). Oppure c’è chi la rabbia la può incanalare in un ritmo da strada che, esprimendolo in un tono violento e ironico (critici bacchettoni vadano oltre la violenza delle parole!) aiuta a ritrovare la forza di emergere e ritrovare un inaspettato riscatto attraverso il potere della musica che, in ogni sua forma (migliore o peggiore è solo questione di opinioni!), aiuta a sopravvivere in una civiltà che, oltrepassando i confini cittadini, oggi più che mai è in degrado totale.

OMAGGIO UNICO NEL SUO GENERE.

Vittorio Paolino Pasciari

Vittorio Paolino Pasciari

Classe '86, nolano DOC. Laureato in Lettere Classiche, appassionato di cinema, letteratura e teatro.

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