“The Mask”: Jim Carrey diverte ed emoziona come pochi

Vittorio Paolino Pasciari Vittorio Paolino Pasciari17 Gennaio 20208 min

Il 17 gennaio compie 58 anni un grande attore capace come pochi di divertire, emozionare, commuovere: Jim Carrey. Ci sembra quindi doveroso rivolgere un degno omaggio ad un irresistibile cult che lo vede protagonista. “The Mask – Da zero a mito” (The Mask) è un film di genere comico del 1994 diretto da Chuck Russel e rappresenta una libera trasposizione dell’omonimo personaggio dei fumetti creato nel 1989 da John Arcudi e Doug Mahnke. La pellicola può considerarsi una rilettura postmoderna del racconto di Robert Louis Stevenson, “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” del 1886 ed ha per interpreti principali Jim Carrey (Stanley Ipkiss), Cameron Diaz (Tina Carlyle), Peter Greene (Dorian Tyrell), Richard Jeni (Charlie Schumaker) Peter Riegert (tenente Mitch Kellaway), Jim Doughan (detective Doyle), Amy Yasbeck (Peggy Brandt), Ben Stein (dottor Arthur Neuman), Orestes Matacena (Nico), Eamon Roche (Mr Dickey , il capo di Stanley) e Nancy Fish (la signorina Peenman).

Alla sua uscita il film è stato un successo di botteghino (343,900,000 di $ come incasso globale) e di critica (lodevole la prestazione, definita “gioiosa”, di Carrey). Il successo del film ha permesso la produzione di una serie animata (54 episodi) prodotta dalla Warner Bros, di un videogioco per supporto Nintendo SNES e di svariate action figures per Hasbro. Nel 2005 è stato realizzato anche un sequel stand-alone (non legato alla trama originale), The Mask 2 (Son of the Mask), per la regia di Lawrence Guterman, che è stato un flop di critica e botteghino.

TRAMA Nell’immaginaria città americana di Edge City vive Stanley Ipkiss. Timido ma onesto bancario vessato dall’arcigna padrona di casa, la signorina Peenman, e dal suo capoufficio, Mr Dickey, vive con il cagnolino Milo ed il suo unico amico è il collega Charlie Schumaker. Un giorno entra in banca la bellissima Tina Carlyle con l’intenzione di aprire un conto e per lo sfigato bancario è un vero colpo di fulmine. La procace ragazza in realtà sta filmando con una telecamera nascosta l’interno della banca per conto del suo fidanzato, Dorian Tyrell, uno spregevole gangster intenzionato a compiere una rapina per spodestare il suo boss, il mafioso Niko. Invitato dall’amico Charlie a passare la serata al “Coco Bongo Club”, Stanley viene invece scacciato per un malinteso e costretto ad un umiliante rientro a casa, terminato con la macchina presa a noleggio che lo abbandona su un ponte. Mentre osserva amareggiato il fiume, trova fra un mucchio galleggiante di rifiuti una strana maschera di legno. Tornato a casa decide per gioco di indossarla e si trasforma in The Mask, un bizzarro personaggio in zoot suit dalla faccia verde, dotato di invulnerabilità fisica e numerosi poteri da cartone animato, seppur con una minata sanità mentale. Sarà questo per l’ignaro Stanley l’inizio di un’irresistibile avventura in cerca di riscatto.

È come se i tuoi desideri più nascosti prendessero vita. Se nel profondo dell’animo sei… un tantino represso e disperatamente romantico, ti trasformi in una specie di pazzo scatenato per amore.

ANALISI DEL FILM L’azione scorre veloce in cui un represso desiderio di riscatto iniziale esplode nella comicità  verso la rivalsa finale. Il protagonista è un animo buono sovente vittima dei soprusi di un’esistenza grama. All’improvviso sopraggiunge un evento che lo proietta in una rocambolesca avventura ai limiti del surreale, in cui finalmente sembra poter realizzare ogni ambizione repressa. Ma l’entusiasmo iniziale svanisce con la presa di coscienza di un potere distruttivo impossibile da gestire appieno. Al contesto comico si contrappone quello drammatico dell’antagonista, un perfetto esempio di cosa genera un animo malvagio con un potere incontrollabile. E quando una fine ancora più amara dell’inizio sembra l’inevitabile conclusione, ecco tornare l’occasione per chiudere in bellezza con un riscatto per il protagonista in un lieto fine non del tutto scontato.

Primo numero della seconda edizione italiana (Marvel Italia, 1995)

SADICO ANTI-EROE NEL FUMETTO Noto in italiano come “La Maschera”, The Mask è un personaggio dei fumetti creato da John Arcudi e Doug Mahke nel 1989 per la casa editrice Dark Horse e apparso sulla rivista Mayhem. In Italia le prime quattro storie sono state stampate per la prima volta nei primi quattro numeri della collana Hyperion (1992-1993) per la casa editrice Star Comics nella versione in bianco e nero fedele all’originale. Una seconda ristampa, a colori, inizia nel 1995 per la Marvel Italia. Una terza e definitiva ristampa (2010), in un unico volume a colori (The Mask Omnibus – Verde e rognoso) è opera della casa editrice Comma 22. La storia ha per oggetto una maschera magica che conferisce a chiunque la indossi determinati super-poteri (invulnerabilità fisica, forza sovrumana, iper-velocità, capacità di alterare la realtà in modi distruttivi). In tutte le versioni il portatore, una volta indossata la maschera, assume un aspetto caratterizzato da una faccia verde con grossi denti cavallini ed indossa sgargianti abiti anni ’40. Al contempo diminuiscono le inibizioni e l’autocontrollo dando libero sfogo alle manifestazioni dei pensieri e delle fantasie represse del portatore. In ogni versione i personaggi che indossano la maschera diventano antieroi pericolosi e crudeli, nel peggiore dei casi anche criminali con tendenze ultraviolente. Il primo indossatore è Stanley Ipkiss, un disadattato sociale, con probabili turbe psichiche di tipo paranoico e tendente alla depressione. La maschera lo trasforma in un criminale folle e sanguinario, un assassino senza scrupoli dedito agli omicidi più scioccanti e disturbanti che possano venire in mente. E gli effetti negativi della maschera si riflettono nella vita reale, tanto da spingerlo a stilare una lista di persone da uccidere per averlo denigrato e imbarazzato.   

MALIZIOSO SUPER-EROE SULLO SCHERMO Sia nel film che nella serie animata il tono risulta decisamente più leggero e comico rispetto al fumetto. L’elemento scabroso viene accantonato e la violenza, immancabile quando i cattivi sono veri criminali, è ridotta al minimo indispensabile che serve all’azione. E se anche lo Stanley del film commette qualche atto vendicativo (contro i meccanici che gli hanno distrutto la macchina) o criminale (la rapina alla sua banca e resistenza all’arresto nel parco), non si può evitare di ridere e provare simpatia nel vedere all’opera i poteri della maschera in azioni impertinenti e spettacolari. Perfettamente riuscito è il realismo degli effetti in stile cartone animato, resi ancora più irresistibili dalle innate capacità dell’ineguagliabile Jim Carrey. Quattro anni dopo, diretto da Peter Weir in “The Truman Show”, avrebbe dimostrato di saper anche commuovere in un contesto più alto contro lo stra-potere dei media.


È il momento di fare CASINO…
C-A-SI…NO?! Mi dispiace, LO FACCIO! 

QUALCHE CURIOSITÀ L’edificio in cui si trova il garage dove Stanley va a riprendere la sua auto è lo stesso usato come quartier generale degli acchiappafantasmi nel celebre cult diretto da Ivan Reitman nel 1984 (“Ghostbusters“). Il film segna l’esordio ufficiale di Cameron Diaz sul grande schermo.  La dentatura gigantesca di Mask era stata concepita solo per le scene senza dialogo, ma Jim Carrey imparò presto a parlare con quei dentoni rendendo le scene ancora più divertenti. Nella versione italiana del film Mask dice chiaramente “Sfumeggiante” (calco letterale dell’originale “Smokin’!” come conferma il doppiatore Pino Quartullo) e non “Spumeggiante” come molti pensano.

UN PICCOLO GIOIELLO Punto di forza di questa trasposizione è divertire con comicità e azione per poi, nel finale, emozionare chi ancora crede nel romanticismo, nella purezza del cuore di fronte alle dure prove della vita, nella fiducia in sé stessi che si può apprendere grazie a temporanei aiuti esterni solo per imparare ad amarsi così come si è davvero. Se cercate puro intrattenimento capace di rilassare ed emozionare come solo il celluloide ’80 – ’90 riesce a fare, allora questo film è un piccolo gioiello da avere in cineteca.

CULT DA VEDERE.

SSSSSSSFUMEGGIANTE!

 

Vittorio Paolino Pasciari

Vittorio Paolino Pasciari

Classe '86, nolano DOC. Laureato in Lettere Classiche, appassionato di cinema, letteratura e teatro.

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