Il tema della puntata è la rabbia.
Quella rabbia che si tinge dei colori più cupi. Esacerbata da una vita impossibile da vivere, deprivata di ogni diritto e quindi di ogni dovere.
Quando si toccano gli abissi infernali della dignità smarrita, allora si perdono i confini dell’umanità, la soglia del rispetto per sé e per gli atri diventa piatta, amorfa, vuota di ogni senso della più elementare civiltà.
Si diventa naufraghi alla deriva della coscienza di sé, ormai frantumata, spezzata dalla disperazione più nera.
Che riduce l’uomo a un essere cavernicolo, che per difendersi deve cannibalizzare gli altri.
Così si giustificano le guerre tra poveri da Tor Sapienza a Milano, della ribellione violenta contro il diritto di esistere degli immigrati, percepiti come una minaccia alla propria sopravvivenza e le scene di lotte tribali per accaparrarsi una casa.
Più che un ritratto della parte più oscura del Paese, è un ritratto del Paese che non c’è più.
Che si è trasfigurato in tutti i suoi scheletri usciti dalle tombe.
Che si è trasformato nel mostro che nessuno mai avrebbe pensato di diventare.
E’ il ritratto di un Paese sceso all’inferno, che dovrebbe far paura soprattutto a chi si sente tranquillo, protetto da una vita più che benestante, in una casa confortevole.
Diceva Pasolini: “ Io sono sceso all’inferno. Ma un giorno l’inferno salirà da voi”