I morti in mare non diminuiscono, i naufragi al largo delle coste italiane proseguono. L’ultimo, in ordine di tempo, è avvenuto nella notte tra il 6 ed il 7 ottobre nelle vicinanze di Lampedusa. Per via del mare mosso, un barchino con circa 50 migranti è andato in difficoltà; pronto è stato l’intervento della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera che, durante le fasi di salvataggio, hanno dovuto assistere inermi alla tragedia.
I migranti, infatti – secondo quanto riportato da l’ Ansa – nel tentativo di avvicinarsi ai soccorritori si sono spostati tutti su di un lato facendo così rovesciare la barca. Le condizioni metereologiche hanno fatto sì che il mare inghiottisse parte dei naufraghi. Le forze italiane hanno salvato 22 persone, ma all’appello mancherebbero ancora almeno 13 migranti, tra cui diversi bambini. Già accertata la morte di 13 donne, tra cui una bambina di 12 anni. I passeggeri non avevano alcun giubbotto di salvataggio, questo avrebbe potuto salvare almeno una grossa parte di loro. L’uomo che è stato identificato come lo scafista, un uomo tunisino, risulta essere disperso nel naufragio. Nella stessa notte la ong spagnola Open Arms ha salvato circa 40 persone, tra cui un bebè, nel Mediterraneo.