Nola: nel bonus per i commercianti non rientrano i bar e i ristoranti

Redazione Zerottouno News Redazione Zerottouno News11 Gennaio 20213 min

Anche il Comune di Nola ha recentemente offerto ai commercianti messi in difficoltà dalle restrizioni coronavirus un bonus una tantum di 600 euro. Il bonus è garantito da un fondo di 60mila euro predisposto con Delibera di Giunta Comunale n. 130/2020 del 30.12.2020 ha approvato una misura denominata “Sostegno alle attività commerciali di vicinato sospese o parzialmente sospese a causa della pandemia da coronavirus, aventi sede nel Comune di Nola”. Per ricevere il bonus le attività devono

  • appartenere alla categoria delle attività che presentano il codice ATECO di cui all’allegato A alla delibera e che abbiano il regime amministrativo relativo agli esercizi di vicinato(SCIA);
  • essere esercizi di vicinato attivi e operativi alla data dell’ 11 marzo 2020, con regolare iscrizione nel Registro delle Imprese istituito presso la CCIAA territorialmente competente;
  • essere esercenti, conformemente alle informazioni desumibili dal Registro imprese del sistema camerale, un’attività economica cui è stato attribuito codice ATECO prevalente o codice ATECO primario incluso nell’elenco di cui all’Allegato A alla delibera;
  • non essere destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231;
  • avere il legale rappresentante, soggetto proponente o soggetti con poteri di rappresentanza risultino in possesso dei requisiti morali per l’accesso o esercizio di attività commerciali ai sensi dell’art. 71 del D. Lgs. 26 maggio 2010 n. 59;
  • essere in regola con il pagamento dei tributi comunali IMU, TASI, TARI, COSAP per l’anno 2019, in quanto non destinatari di avvisi di accertamento, liquidazione, o iscrizioni a ruolo per somme per le quali non risulta in essere una concessione di rateizzazione.

L’Allegato A (che QUI si può visionare completamente) prevede quindi quali sono le attività che possono ricevere il bonus. Tra di essi si possono notare svariati esercenti che vanno dal venditore di sacchi da juta a chi vende pelletteria, passando addirittura per chi vende accessori per adulti e ha un sexy shop. Non è presente, tuttavia, tutta la filiera della ristorazione che, sebbene non fosse stata sospesa ufficialmente dai DPCM nelle ultime settimane, è innegabile che ha avuto forti flessioni nei guadagni. Molti ristoranti hanno potuto lavorare solo a pranzo e si sa quanto invece gli orari serali garantissero entrate importanti; stesso discorso per i bar della movida e le drinkerie che entro le 18 e da asporto non hanno alcuna possibilità di poter esercitare. Un errore tecnico e di valutazione che forse poteva essere evitato o quantomeno ridimensionato come fatto, ad esempio, nel vicino comune di Casamarciano (certamente più piccolo e con meno attività) dove è stato offerto un bonus ai commercianti che esercitano anche “Attività di ristorazione senza/con somministrazione di bevande e alimenti“. A Nola, negli ultimi anni, molte attività hanno investito nella movida e tante, nonostante gli altri fondi regionali o statali messi a disposizione, probabilmente potrebbero non più riaprire o rimodulare i propri negozi, attività che ormai sono vittime di un’emergenza ben più grave di quella che tanti immaginano.

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