Quasi tutti i giorni si consuma o si sta per consumare l’ennesima tragedia della disperazione. La città di Napoli così bella e invitante per i turisti, nella sua quotidianità mostra il suo volto più amaro, esacerbato, rabbioso e esasperato dalla “pena di vivere così”.
E a peggiorare la situazione è l’indifferenza burocratica delle istituzioni che stanno a guardare come stelle inaccessibili, protette dal loro cielo di privilegi e di roccaforti inespugnabili .
Sembra per certi versi di essere tornati al Medioevo.
Questa ennesima tragedia sfiorata, e il panico seminato tra la gente, è un copione visto troppe volte. Una pentola in ebollizione che sta per esplodere.
Questa volta le vittime sono 300 ex lavoratori della ditta “Jacorossi”, che si occupava delle bonifiche.
Ora questi lavoratori si trovano senza lavoro da 5 mesi e senza alcun sussidio.
Invano in questi mesi hanno chiesto un incontro con il presidente della Regione Caldoro. Hanno ricevuto solo porte sbattute in faccia.
Il gesto quindi apparentemente folle dell’operaio che ieri ha minacciato di impiccarsi in piazza del Plebiscito, dovrebbe essere, oltre che significativo, un motivo per riflettere un po’ di più sulla disperazione che c’è in Italia, nel Sud in particolar modo, e pensare meno alla realizzazione delle grandi Opere