Avrete sicuramente notato sui social, sopratutto Instagram, diversi post con foto tutte nere e con l’ashtag #blackouttuesday. Il riferimento è alla vicenda di George Floyd, l’uomo di colore ucciso a Minneapolis, negli USA, da un poliziotto che ha abusato della sua autorità durante un arresto. Sui social l’idea, partita dalla città statunitense di Atlanta, è rimbalzata a dismisura, accolta e ricondivisa da molte personalità del mondo dello sport e dello spettacolo di tutto il mondo.
Nel frattempo i violenti disordini negli States arrivano al settimo giorno e si sono registrati altri 2 morti. A New York e in altre decine di città è ormai in vigore il coprifuoco, a Washington un elicottero militare ha volato a poche decine di metri di altezza dalla strada, a Buffalo un’auto ha investito – ferendoli – alcuni poliziotti. Le violenze sono ormai fuori controllo, sempre meno le forze dell’ordine distinguono rivoltosi violenti da manifestanti pacifici e si stanno moltiplicando le violenze gratuite dla polizia ai danni di civili e giornalisti. Gli esperti, nel frattempo, avvertono: le violenze e le manifestazioni potrebbero creare una bomba di contagi da coronavirus. Gli USA, ad oggi, sono il primo Paese al mondo per contagi e morti.