“Il Parco Nazionale del Vesuvio non deve morire”, anche Casapound in protesta

Redazione Zerottouno News Redazione Zerottouno News14 Dicembre 20152 min

Nuova protesta di CasaPound Italia ai piedi del Vesuvio: questa volta i militanti hanno voluto “sostituirsi” all’Ente Parco che gestisce il sito e “supplire” le varie amministrazioni comunali, puntualmente abbandonate nella gestione del turismo nella zona del Parco Nazionale del Vesuvio, aiutando turisti e visitatori a raggiungere il notissimo vulcano. Infatti, a causa della inesistente segnaletica e di indicazioni, per la maggior parte dei visitatori spesso il sito, pur di importanza strategica, risulta impossibile da trovare.
Pertanto, lungo le strade di Ottaviano, Somma Vesuviana, San Giuseppe Vesuviano, Torre Del Greco e altri paesi limitrofi, sono comparsi numerosi cartelli che recitavano “Il Parco Nazionale non ti indica la strada? Ci pensa CasaPound!”.
“Abbiamo voluto protestare, seppur simbolicamente, contro quella che a nostro avviso è la contraddizione paradossale in cui giace da anni il Parco nazionale del Vesuvio; infatti, all’interno di quella che è una delle aree protette più importanti d’Italia, se da un lato migliaia di turisti vengono ogni anno attratti dal Parco, soprattutto dalla scalata verso quota mille, il cosiddetto Gran Cono, dall’altro lato la scarsa organizzazione ricettiva fa emergere una serie di criticità, prima tra tutti la cartellonistica per il raggiungimento del sito completamente assente”. A spiegarlo in una nota è Michele Iervolino, referente di CasaPound Italia per i paesi vesuviani”. “Anche la tabellonistica e le indicazioni lungo i sentieri – prosegue Iervolino – costituiscono un problema molto rilevante. Il Parco del Vesuvio ha infatti sentieri per un totale di 54 chilometri di camminamento, ma l’incuria degli anni ha fatto sì che scomparissero i paletti e sbiadissero i colori che indicano la strada da percorrere, al punto che è facilissimo incrociare decine di visitatori in difficoltà, smarriti e ignari di dove debbano andare. In molti rischiano di perdersi perché mancano le indicazioni, correndo in questo modo anche un serio pericolo”. “Se a questo aggiungiamo – conclude l’esponente di CasaPound – la mancanza più totale di coinvolgimento delle scuole per le visite ad un sito così importante per la storia dei nostri luoghi e delle nostre origini, lo stato di degrado in cui vessa il Parco, i sentieri ormai inutilizzabili e i rifiuti presenti in ogni dove, ci si rende conto della estrema gravità della situazione nell’intero territorio che, vale la pena ricordarlo, è patrimonio UNESCO. Siamo dunque fortemente preoccupati per lo stato in cui versa il Parco e riteniamo improcrastinabile un cambio di rotta per garantire almeno la manutenzione ordinaria, l’accessibilità, la tutela del patrimonio di biodiversità. Oltre al danno prodotto dalla precarietà dei commissariamenti e dalle politiche di alcuni comuni ancora lontani dall’idea di Parco, oggi bisogna segnalare anche una direzione tecnica poco attenta alla gestione dell’area protetta. Queste sono le prime e dirette cause della drammatica situazione in cui versa quella che dovrebbe essere una tra le più belle meraviglie ambientali di tutto il mondo”.

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