Il miracolo di San Gennaro non è l’unico avvenimento religioso degno di nota nel napoletano. A Nola, infatti, è noto il “miracolo della manna” di San Felice, patrono e primo vescovo della città. Il 15 novembre di ogni anno, dopo la processione, è solito registrarsi un prodigio nella cripta. Qui, infatti, un liquido rugiadoso, detto “manna”, fuoriesce da una fessura del muro oltre il quale è seppellito proprio il Santo Felice. La manna viene raccolta in un calice e, di norma, concesso ai fedeli gravemente ammalati. Il miracolo si attende anche l’8 dicembre, giorno in cui i fedeli affollano ancora la cripta per vedere la manna sgorgare dal sepolcro di San Felice.
Nel lato occidentale della cappella sotterranea vi è un altare e sopra l’altare è collocata una lastra marmorea diritta, bucata e attraversata da un piccolo calice d’argento, dal quale cade scorrendo a gocce il liquido, chiamato per l’appunto “manna“. Questo liquido è chiamato manna e si pensa che sia un umore stillato dal santo, è segno di buon auspicio. Sebbene chiamato “manna”, tuttavia esso non si deve confondere con la sostanza che la Bibbia identifica come quella che Dio inviò come cibo agli Israeliti nel deserto con un miracolo. Si tratta di acqua pura che, soprattutto nei mesi più freddi, sgorga dai sepolcri e dai luoghi di sepoltura dei santi.
Quest’anno la celebrazione è stata tenuta dal vescovo di Nola, Francesco Marino, in una cattedrale vuota e con una messa in diretta sui canali di Videonola. Proprio l’emittente locale ha riferito che il miracolo questo 15 novembre non si è svolto: all’apertura del tabernacolo, il calice era vuoto. Per i fedeli nolani, in un anno già sventurato, questo non è segnale di buon auspicio, tuttavia l’8 dicembre, con un’altra celebrazione, il miracolo potrebbe avvenire ugualmente.
[foto Pro Loco Nola]
