Era uno stimato dottore oncologo che aveva curato e salvato decine di bambini nella clinica per bambini malati di tumore a Padova, a sconfiggerlo è stato però il Covid. La Sanità italiana dice addio al dottor Giuseppe Basso, oncologo 73enne molto conosciuto nel settore e stimato da pazienti e colleghi. Il medico è stato ricoverato per un mese in terapia intensiva ma per lui il coronavirus non gli ha risparmiato nulla e alla fine ha vinto.
Basso era tra i principali promotori della Fondazione Città della Speranza, la onlus che dal 1994 si occupa di raccogliere fondi per aiutare i bambini malati di tumore. Dopo la pensione, nel 2018, Basso era andato a dirigere l’Italian Institute for Genomic Medicine di Torino e nella sua vita ha anche insegnato all’Università di Padova. Il suo nome resta legato, in particolare, alla battaglia contro i coniugi Bottaro, i genitori della 17enne Eleonora, morta di leucemia linfoblastica nell’agosto del 2016. La coppia, secondo quanto sostenuto nella condanna di primo grado, avrebbe condizionato a tal punto la figlia da farle rifiutare la chemioterapia a favore del metodo Hamer, rifiutandosi di sottoporla alla chemioterapia. I due erano infatti convinti che la giovane sarebbe potuta guarire tramite il metodo elaborato dal tedesco Ryke Geerd Hamer, padre della “Nuova terapia germanica“, per la quale il tumore sarebbe solo l’effetto di un grande trauma psicologico. In quegli anni, con forza, il dottor Basso ha spesso affermato che la giovane avrebbe avuto ottime chance di guarire.
“Abbiamo reso l’Italia uguale, in cui ogni bambino che si ammala avrà la diagnosi nel medesimo tempo e la stessa possibilità di cura, sia che provenga da un grande centro o da una zona periferica del nostro Paese“, commentò due anni fa Giuseppe Basso, plaudendo agli sviluppi della Ricerca Medica italiana. Basso è il 319esimo medico ucciso dal virus.
