Via della Seta e F-35 al centro del dibattito, nel frattempo qualcosa si muove anche nel mondo del lavoro

Marco Sigillo Marco Sigillo17 Marzo 20193 min

Al centro della discussione politica questa settimana c’è stata la “nuova via della seta”. Di cosa si parla? La nuova via della seta è un piano di investimenti e collegamenti commerciali varato dal governo cinese alcuni anni fa, che punta a rinforzare la presenza commerciale ed economica della Cina in Asia Centrale ed Europa. Autostrade, porti, linee ferroviaria ad alta velocità, per un investimento totale di 1000 miliardi di euro da parte del governo cinese, attraverso banche e fondi ad esso collegati. L’obiettivo della Cina non è solo economico ma anche geopolitico, per incrementare la propria influenza sui paesi UE. Il governo italiano ha firmato un memorandum che fa da preparazione ad un eventuale accordo con la Cina per coinvolgere anche il nostro paese in questo piano di investimenti e scambi commerciali. Critiche al nostro paese sono partite dalla stampa americana, che non vede di buon occhio un’apertura da parte di paesi alleati al proprio rivale commerciale. Il motivo delle critiche è facilmente individuabile nel fatto che eventuali accordi tra Cina e UE indebolirebbero l’effetto delle sanzioni commerciali di Trump. Il governo, incassato anche il sostegno del Quirinale, sembra tuttavia intenzionato a stringere accordi con la Cina. Unica puntualizzazione a riguardo è arrivata dal Ministro Salvini, che ha dichiarato di mettere sempre al primo posto la sicurezza nazionale, anche al di sopra dei vantaggi economici. Il 23 marzo, in ogni caso, è atteso in Italia il premier cinese Xi Jinping: in quei giorni si discuterà nel dettaglio dell’accordo.

Discussioni nella maggioranza anche sull’acquisto degli F-35 americani. Tutto è cominciato nel lontano 2007, anno in cui fu deciso l’acquisto di 131 cacciabombardieri. Nel tempo, tra non poche polemiche, il numero è stato ridimensionato. Ad oggi gli F-35 consegnati all’Italia sono 11, con il dodicesimo in arrivo. Il Ministro della Difesa, Trenta, ha dichiarato che non se ne compreranno altri, sebbene abbia messo in conto che l’annullamento del contratto di acquisto potrebbe comportare penali superiori alla spesa prevista. Salvini, d’altro canto, non è della stessa opinione e vorrebbe mantenere l’impegno ad acquistarne altri. Il Movimento 5 Stelle ha fatto della lotta all’acquisto degli F-35 uno dei suoi cavalli di battaglia quando era all’opposizione. Staremo a vedere se Di Maio cederà anche su questa questione, per ora si rimanda tutto alle valutazioni tecniche del Ministero della Difesa.

Dall’Istat invece questa settimana arriva qualche buona notizia sui dati riguardanti l’occupazione. Il 2018 si è chiuso con un tasso di disoccupazione in calo, dall’11,2% al 10,6%. Calano però anche gli assunti a tempo indeterminato, dopo quattro anni in cui erano in aumento.

Quasi arrivato il momento del prossimo appuntamento elettorale: il 24 marzo si voterà in Basilicata. Regione roccaforte del PD, che presenta come candidato Trerotola, che si è fatto notare per aver raccontato di frequentare i comizi di Almirante quando era bambino. Per il centrodestra (unito come in tutte le elezioni locali) il candidato è il generale in pensione della Guardia di Finanza Vito Bardi, uscito pulito da un’inchiesta per corruzione alcuni anni fa. Il M5S, che anche qui parte svantaggiato, presenta Antonio Mattia, vincitore della consultazione sulla piattaforma Rousseau con ben 336 preferenze.

Marco Sigillo

Marco Sigillo

Classe 1991, laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazioni all’Università Federico II di Napoli. Appassionato di comunicazione e scrittura, collabora con 081news dal dicembre 2015, interessandosi soprattutto di temi di portata nazionale ed internazionale. Giornalista pubblicista dal 2019.

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