“Abbiamo abbiamo avuto, presso il Covid Residence dell’Ospedale del Mare di Ponticelli 1653 arrivi di persone a cui attribuire lo status di straniero temporaneamente presente“. Lo ha affermato il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che poi ha continuato: “Abbiamo fatto a costoro all’incirca 1600 tamponi, 203 sono risultati positivi al Covid19. II livello di vaccinazione tra i profughi ucraini, e più in generale tra i cittadini che vengono dai paesi dell’Est di quell’area, è bassissimo. Dobbiamo quindi fare molta attenzione affinché non si diffondano focolai Covid“.
“Anche tra i bambini che arrivano il livello di vaccinazione per la difterite, poliomielite, tetano, morbillo e la pertosse è molto basso – ha sottolineato – Quindi, per i profughi che arrivano dobbiamo fare un lavoro attento di screening e di prevenzione per tutte queste patologie“.
“Le vicende di questi giorni, pertanto, ci obbligano a fare i conti con un’altra emergenza e per questo non possiamo distrarci – ha continuato – Dobbiamo seguire in maniera attenta gli arrivi per fare prevenzione ed evitare la diffusione del covid e di altre patologie“.
“La vicenda della guerra in Ucraina e i problemi energetici che pone questa situazione drammatica obbligano l’Italia a fare una revisione generale del suo modo di essere – ha poi affermato – Dobbiamo rivedere tutto, a partire dai comportamenti e dai lussi che ci siamo consentiti in Italia per decenni. A cominciare, innanzitutto, dalle idiozie che abbiamo sentito sull’autonomia energetica del nostro Paese. Siamo stati in pochi a dire che bisognava realizzare gli impianti per portare il gas dall’Azerbaigian in Italia. Oggi siamo costretti a girare tra i paesi del mondo a chiedere più fornitura di metano. Eppure, fino a qualche anno fa, si facevano i salti in piazza per dire no all’arrivo di un tubo a dieci metri sotto la costa pugliese. Adesso capiamo che l’autonomia energetica è un problema. Dobbiamo cambiare tutto. Ci siamo consentiti lussi che hanno reso l’Italia non autonoma dal punto di vista energetico e quindi anche dal punto di vista politico“.
“Potevamo capirlo anche dieci anni fa, non ci voleva molto. Purtroppo, questo problema non lo risolveremo in un paio d’anni – ha concluso – Ci vorrà almeno un decennio e dobbiamo partecipare non alla costruzione di centrali nucleari, a cui io sono contrario, ma ai programmi di ricerca sull’atomo che ci consentiranno di ottenere soluzioni tecnologiche avanzate da cui non possiamo stare fuori“.