Si sblocca finalmente la crisi del grano scoppiata col conflitto ucraino. Ad annunciare ufficialmente la firma dell’accordo, il primo tra Ucraina e Russia dall’inizio della guerra, è stato l’ufficio del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, mediatore dell’intesa. Appare così sconfitto lo spettro della carestia globale con lo sblocco di oltre 20 milioni di tonnellate di grano e il ribasso dei prezzi. La ripartenza delle esportazioni attraverso il Mar Nero consentirà di recuperare il fabbisogno di grano per tutti quei paesi, circa 53, dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione: Tra essi, ad esempio, ci sono l’Egitto, il Libano, lo Yemen, Libia, Tunisia, Giordania, Uganda e Marocco, tutti Paesi con percentuali di importazione tra il 75% ed il 90%. In Italia, secondo quanto analizzato da Money.it, la produzione è in calo fino al 35%-40% nelle aree come la Puglia a causa della siccità. La guerra, poi, ha fatto sì che coltivare grano è costato agli agricoltori fino a 600 euro in più ad ettaro, colpa dell’impennata dei costi di produzione.
“Gli accordi firmati oggi a Istanbul da parte dell’Ucraina, della Russia, della Turchia e delle Nazioni Unite sono un’ottima notizia per tutta la comunità internazionale – ha affermato il premier Draghi – Lo sblocco di milioni di tonnellate di grano ferme nei porti del Mar Nero è essenziale per permettere a questi carichi di raggiungere i cittadini di molti Paesi a medio e basso reddito e evitare una crisi alimentare mondiale. Il successo di questo piano dipenderà dalla rapida e piena attuazione degli accordi firmati. L’Italia si è fortemente impegnata negli scorsi mesi per sostenere l’iniziativa di mediazione della Turchia con il ruolo centrale delle Nazioni Unite. Auspichiamo che questi accordi rappresentino un primo passo verso concrete prospettive di pace, in termini che siano accettabili per l’Ucraina”.