Napoli, omicidio De Caro – Bevilacqua: individuati tre boss tra i killer

Redazione Zerottouno News Redazione Zerottouno News25 Ottobre 20232 min

La Polizia di Stato a Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 persone: Vincenzo Licciardi (alias “o chiatt”, detenuto presso la casa di Reclusione di Opera), Gaetano Bocchetti (alias “nanuzz”, internato presso la Casa Circondariale di Tolmezzo), Giuseppe Lo Russo (alias “Peppe ‘o capitone“, detenuto presso il carcere di Catanzaro), Carmine Costagliola (alias “Provolino”). I quattro, a vario titolo, sono ritenuti gravemente indiziati degli omicidi, aggravati dal metodo mafioso, di Angelo De Caro, ucciso a Napoli in via Gherardo Marone il 6 giugno 1990, e di Pasquale Bevilacqua, assassinato a Napoli in via Cupa Coppa di Chiaiano il 6 febbraio 1991.

In particolare, secondo le indagini, Lo Russo sarebbe coinvolto in entrambi gli omicidi, Licciardi e Bocchetti in quello di Bevilacqua, mentre Costagliola nell’omicidio di De Caro. Giuseppe Lo Russo, inoltre, è vertice dell’omonimo clan egemone nei quartieri di Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella. È detenuto ininterrottamente dal 24 luglio 1998 a causa di una pena a 25 anni di reclusione per associazione camorristica, omicidio, estorsione e reati in materia di stupefacenti. Nei suoi confronti l’ordinanza è stata emessa a conferma della misura provvisoria successiva alla convalida del fermo, eseguito il 3 ottobre su delega della Direzione Distrettuale Antimafia.

Licciardi è vertice dell’omonimo clan egemone nei quartieri di Secondigliano e zone limitrofe. È detenuto dal 7 febbraio 1998 per una condanna a 21 anni di reclusione per associazione camorristica, omicidio, estorsione e reati in materia di stupefacenti. Bocchetti, invece, è vertice del gruppo Bocchetti – Sacco, egemone nel rione Don Guanella, ed è detenuto dal 24 settembre 1998, sta scontando 25 anni di reclusione per associazione camorristica, omicidio, estorsione e reati in materia di stupefacenti. Infine, Costagliola, rintracciato a Roma assieme a personale della locale Questura, era legato ai Lo Russo, federati con i citati Licciardi e Sacco Bocchetti nell’Alleanza di Secondigliano.

Il provvedimento eseguito – fanno sapere le forze dell’ordine – è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione. I destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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