Sono emersi importanti sviluppi sulla morte di Luigi Di Rupo, 24enne ucciso due giorni fa in un bar di Melito (è il primo morto ammazzato del 2016 nel napoletano). Le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Napoli (di Castello di Cisterna, coordinati dalla DDA) seguirebbero infatti la pista interna per la quale il giovane sarebbe stato ucciso dai suoi stessi “compagni” che lo consideravano una minaccia per i loro affari. Di Rupo stava crescendo nel panorama camorristico dell’area nord della città, tanto che la sua spregiudicatezza e le sue peculiarità criminali probabilmente facevano di lui un personaggio scomodo; il suo legame con un boss degli Amato di Scampia gli aveva permesso di entrare nelle grazie dei capi locali che addirittura gli delegavano compiti per intrattenere relazioni con le altre cosche. Ne fa da testimonianza la riunione del 7 Febbraio scorso in un appartamento di Forcella, nella quale Di Rupo era al tavolo con gli esponenti della zona per stringere un legame tra Scampia-Secondigliano e il centro storico di Napoli. In quella riunione il giovane fu arrestato ma, come i tanti partecipanti, tornò in libertà troppo presto.
di Vincenzo Persico